Fuoco che danza
Anni
fa andavo spesso a cercare me stesso in luoghi dove potevo sentire
forte la spiritualità.
Amavo
i santuari Francescani che circondano la valle Reatina. Vivere alcuni
giorni tra quelle colline mi faceva sentire in pace, in armonia con
il mondo e con le persone.
Tutte
le brutture, le preoccupazioni della vita quotidiana le vedevo sotto
una prospettiva diversa, sicuramente la prospettiva giusta, e
lasciavo scivolare di dosso quello che appesantiva la mia vita.
Nel
romanzo “ Fuoco che danza “ di Anna Maria Funari il protagonista,
un giovane e promettente avvocato nativo americano, viene messo di
fronte a delle scelte che mettono in dubbio tutto ciò in cui aveva
riposto le sue aspettative, ed è cosi che decide di tornare ai suoi
luoghi di origine e cercare nella spiritualità e nelle tradizioni
della sua gente, della sua famigia quello che credeva essere sopito
da tempo.
Alte
montagne, vallate incantevoli, albe e tramonti che lasciano a bocca
aperta, ma soprattutto la sintonia con tutto quello che lo circonda
fanno si che Shawnee Lee Jackson ritrovi se stesso e l'armonia con il
grande spirito.
In
questo piccolo romanzo, che amo definire un piccolo capolavoro, una
perla rara, Anna Maria ci mette di fronte ad una realtà che non
conosciamo, la realtà dei nativi americani.
Può
sembrare a prima vista una realtà lontana da noi dal nostro modo di
pensare di agire.
Ma
come dicevo prima la ricerca della pace, di una spiritualità pulita
priva di convenzioni è nel nostro Dna, non possiamo sentirci esclusi
da tutto questo, qualsiasi credo professiamo.
Abbiamo
dentro un “ Fuoco che danza” e che rischia di bruciare tutto
diventando un incendio devastante se non sappiamo dominarlo, se non
torniamo a domare i tizzoni che sono dentro di noi.
Giovanni
Gentile
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