C'è
un vuoto che riempie l'aria che calpesto,
ogni
istante sbatte come una persiana al vento
nella
desolazione di una casa abbandonata,
martella
al petto e trapana il cervello.
Mobili
coperti da vecchie lenzuola
e
polvere che strato su strato
blocca
il raggio di un timido sole,
insicuro
pure lui se far capolino tra la nebbia.
Ci
sono passi che lasciano impronte
altri
che corrono via come invisibili fantasmi nella notte.
Ti
sento …
poggiare
la mano sulla spalla
e
indicare e indicarmi
che
ci sei, non sei altrove
ed
ogni volta semplicemente alzando lo sguardo
o
mettendomi ad ascoltare il suono della luce
il
tuo riflesso mi parla, mi culla
come
un bambino che sereno s’acquieta
al
tocco di una timida carezza
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