Dardi
avvelenati
le
tue parole
frecce
infuocate ogni sillaba
una
ferita ogni urlo
uno
squarcio al petto
S’è
macchiato di rosso il foglio
che
tenevi tra le mani
mentre
sputavi giudizi
hai
vomitato tutto il male
sentenziato
di morte e di vita
Son
qua, a leccarmi le piaghe
le
lacrime bruciano come acido
lasciano
solchi profondi
che
non rimargineranno mai
Hai
preso la mia vita inutile
e
inutilmente hai riempito le strade d’indifferenza
griderò
ancora le mie pene
qualcuno
ascolterà
Giovanni
Gentile 31 Maggio 2014
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