Mille specchi si riflettono
uno nell'altro,
infiniti giochi di luci e ombre
raccontano vibrando come polvere nel sole
immagini sfocate di domande passate senza risposte
Guardo oltre gli occhi
attraverso opache cateratte
che velano, confondendo, la ragione più che la vista,
il pensare più che il sentire.
Il dolore non nasconde più
un sorriso senza denti,
saltati dai pugni duri di giorni infiniti,
di mesi eterni, di anni senza ricordi
di una vita spesa fuggendo il mio rincorrermi.
Lascio ora una carezza,
dolce come una margherita,
alla signora con la falce
e tenendole la mano la conduco verso i miei passi.
Giovanni Gentile 1 Aprile 2015
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