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domenica 27 dicembre 2009

Notte d'orrore

Si è svegliato l'inferno e ha spalancato le sue porte
i demoni malvagi hanno trovato via d'uscita.
L'ungo le crepe della terra sono venuti nella notte
a cercare tra gli uomini povere anime distrutte.
Ha tremato la montagna spaventata dall'orrore
ha cercato di fuggire a quell'esercito del male.
Tutti i figli della terra rifugiati ormai nel sonno
hanno udito quella mano che per loro è giunta ora.
Sta tremando ogni cosa all'accorrere malvagio
ne rifugio ne riparo solo polvere infuocata.
L'aria fresca della notte ormai arde tra le fiamme
il respiro si sta spegnendo non c'è ormai via di scampo.
Questi demoni malvagi hanno scosso tutto quanto
hanno preso e circondato un paese martoriato.
Quanto orrore e dolore sta passando per le strade
il silenzio si fa grida per la morte che ormai arriva.
Ma c'è un soffio di speranza un anelito di vita
tanti figli ormai dispersi han trovato ora la via.
Come angeli dal cielo come santi sulla terra
genti unite nel dolore han scavato con le mani
per ridare alla luce chi credevano perduto.
Non ha vinto il malvagio, il demonio è fuggito
nelle mani ha portato solo sabbia e aria vuota.

AUGURI

Auguri


Auguri!
A chi non sa cosa il futuro gli porta.
A chi vede il bicchiere mezzo vuoto
e non sa più sperare.


Auguri!
A chi più sogni non ha.
A chi è incapace di amare
e nella vita non crede più.


Auguri!
A chi per strada è costretto a dormire
gli hanno tolto tutto
anche le lacrime consolatrici.


Auguri!
Per chi odia.
Per chi del disprezzo ne fa un vanto
e si trincea nell'indifferenza.


Auguri!
A te che sai amare
che ami il mondo cosi come è
che per il mondo accendi la speranza
luce di vita e di pace.


Auguri!
A tutti voi
che ancora credete
che ancora sperate
che ancora amate.

domenica 20 dicembre 2009

LA SEDIA VUOTA

La sedia vuota.


Che bello magnà assieme er giorno de Natale,
na bella tavolata co tutti li parenti.
Se famo du risate guardanno i regazzini
che come cavallette se scartano i regali.
Magnamo er panettone e 'mpezzo de torone,
du nocchie co du noci e 'ngoccio de cacchione.
So contenti li pupetti ,so tutti cuginetti
stanno assieme e se diverteno
confrontandose li doni.
“Questo è er mio che è er più bello,
quello tuo nun me piace.”
ma che bella ch'è 'sta festa der Santissimo Natale
che raduna tutti quanti,
dai più piccoli ai più grandi.
C'è pero na cosa storta,
che a noiantri nun ce lascia
apiccicato come colla, un gran velo de tristezza.
Noi contenti che magnamo ,a squarciagola che ridemo
saccorgemo
dopo 'mpo' che na sedia è ormai vota
nun sarà piu' come prima
nun sarà più 'sta gran festa
quella sedia che ormai è vota:
è la sedia de papà.

mercoledì 16 dicembre 2009

Due Euro al giorno


Due euro al giorno:
due euro al giorno che per dieci fa venti,
due euro al giorno che per cento son duecento,
e la mia vita ve in fumo .
Bruciano due euro al giorno
maledettamente bruciano.
Ho negato ai miei figli un gioco che volevano,
sto negando ad un bimbo lontano
di avere un futuro.
Due euro al giorno:
ed io..
io muoio pian piano.
Non sono molti due euro al giorno
ma nemmeno cosi pochi.
Chi ci mangia chi ci vive
chi soltanto lavora per due euro al giorno.
E io....
io maledetto guardo una nuvoletta di fumo nell'aria
andarsene via,
uscire in uno sbuffo dalla mia bocca
bianca e velenosa.
E io...
sto bruciando la mia vita...
per due euro al giorno.
Giovanni Gentile

martedì 8 dicembre 2009

" FIGGHJIU CALABRISI" DI GIUSY STAROPOLI

Figghju calabrisi
di GIUSY STAROPOLI



Calabria mia, Calabria cara,
cu veni 'nta sta terra si arricrija,
pe lu mari chi brilla sutta o suli
chi cu tantu amuri li figghj toi caddija.
Affanna la distanza pemmu arriva,
lu forestero ‘nta sta terra gloriusa,
ma a lu veniri primu s’innamura
di tia mia cara terra, bella e sula.
Sula, ti dicu o terra mia,
quandu li criaturi calabrisi
lu trenu pigghianu e pe’ salutu fischiettija,
e pa luntananza non passanu li misi.
‘Nta lu mari, s’annega chija speranza
di la famigghija chi aspetta lu soi patri
e la mamma,sula prega ‘nta la stanza,
lu crocifissu e la divina matri.
Ma , torna o terra mia lu caru suli,
torna quandu lu figghju toi ti dici:
“’Cca’ sugnu mia cara terra,
e, perdunu cercu , po’ torto chi ti fici

sabato 5 dicembre 2009

FIGLIA MIA

Sei appena nata, cosi piccola e tanto vispa. I tuoi occhi spalancati hanno subito rapito il mio cuore.Che emozione diventare padre, ti guardo ancora attraverso il vetro, ma tra poco ti abbraccerò,tra un attimo sentirò il tuo respiro.Sei appena nata, e gia hai riempito la mia vita. Sei grande ora stai diventando donna, prime cotte, prime delusioni, E il mio cuore trabocca d'amore per te. Stai diventando donna piccola mia. e il futuro ti si spalanca davanti. Mi cerchi e io ci sono, fino a quando Dio vorrà, sarò sempre al tuo fianco sempre pronto a proteggerti, sempre pronto a consolarti. Sempre a darti una mano e indicarti la strada. Stai crescendo figlia mia. Auguri da papà.

giovedì 3 dicembre 2009

I MIEI AMICI

Alcune delle poesie pubblicate su questo Blog sono un omaggio ai tanti amici che hanno condiviso con me il percorso del Premiolaurentum. Con la loro presenza hanno contribuito ad accrescere la mia passione per la poesia. Li ritengo tutti dei maestri di vita, e persone dal cuore puro. Veri Amici,anche se non li conosco personalmente. Li abbraccio tutti indistintamente e spero vivamente di incontrarli almeno una volta nella vita. Giovanni Gentile.

" TERRA MIA " Di Maria Cipiti'

TERRA MIA

Ricami di rondini
nel cielo terso.
Brezza d’argento
fra le fronde
di ulivi e olivastri.

Il ciclamino ride
al tronco rude
della quercia.
E il sole intenerisce
il verde al mandorlo
che schiude petali
alla sua festa.

Gorgheggi alati,
belar d’armenti,
tripudio di colori.
E la valle mollemente
scivola al torrente.

Nastro d’ argento
che si slarga al piano.
Fra cigli
di crespo rosmarino
agave carnosa
e palme nane.

Plana il grifone
sulle rocce arse.
Fra i dirupi,
il coro delle coturnici
culla il sonno
dell’ eterno letargo.

L’anima trattiene il respiro
a soave armonia.
Muore e risorge sazia
di questo pane
di questa acqua:
è la mia terra!

"L' ULTIMO ANELITO" Di Annarita Mastrangelo

L'ultimo anelito
di Annarita Mastrangelo



Questo è il mondo,
lacrime di speranze sepolte.
Quante bandiere al vento!

Questo è il mondo,
la storia dimenticata in pagine numerate,
vittorie e sconfitte,
e mentre la memoria va,
tutto si ripete.

Questo è il mondo,
girovaghi e carcerieri di se stessi,
noia e disperazione,
in scenari dipinti di nero!

Questo è il mondo,
ammainare le vele
perché niente ha più senso.

La malinconia
pervade il mio silenzio,
rivedo tanti colori e le sue sfumature
con cavalieri bianchi,
nelle loro mani una ampolla di cristallo,
un messaggio di pace
e la porta per un paradiso in terra.

Questo è il mondo e
il suo ultimo anelito