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lunedì 3 dicembre 2012

Con gli occhi della luna


Ti voglio guardare
con gli occhi della luna
nella notte che fugge le notti
e il giorno che si cela al sole,
nel tempo che si ferma
aspettando il suono
sussurrato da un sospiro

Conoscere i tuoi segreti
i sogni che tieni nascosti
i desideri che non osi svelare

Ti voglio guardare
con gli occhi di un bambino,
cavaliere senza macchia
nell'innocenza del gioco
occhi lucidi di meraviglia
alla scoperta di un mondo nuovo
di coriandoli e festoni

sabato 17 novembre 2012





Giovanni Gentile è nato a Nettuno nell’aprile del 1965 è un impiegato commerciale, sposato con Paola e padre di due splendidi ragazzi, Chiara e Alberto.
Nutre una grande passione per la poesia: ha pubblicato, nel febbraio 2011, il suo primo libro, una raccolta di poesie dal titolo “Guarda con i miei occhi”
Di recente, si è dedicato, in qualità di relatore, alla presentazione di varie opere di amici scrittori, tra le quali: “Tre sono le vele “, diario-libro di poesie e racconti di Paula Becattini,“ Fuoco che Danza” romanzo di Anna Maria Funari, “Eclissi di cuore“, silloge poetica di Patrizia Portoghese in arte Pattyrose e “Io, il ninnolo di Dio “, romanzo di Stefania Colasanti.

Ultimamente, ha scelto anche di realizzare, in collaborazione con altre persone, un concorso nazionale di poesia, dedicato alla memoria di Miriam Sermoneta.
Proprio riguardo a questo argomento, ho deciso di porgli qualche domanda.

mercoledì 14 novembre 2012

Fuoco che danza


Fuoco che danza


Anni fa andavo spesso a cercare me stesso in luoghi dove potevo sentire forte la spiritualità.
Amavo i santuari Francescani che circondano la valle Reatina. Vivere alcuni giorni tra quelle colline mi faceva sentire in pace, in armonia con il mondo e con le persone.
Tutte le brutture, le preoccupazioni della vita quotidiana le vedevo sotto una prospettiva diversa, sicuramente la prospettiva giusta, e lasciavo scivolare di dosso quello che appesantiva la mia vita.
Nel romanzo “ Fuoco che danza “ di Anna Maria Funari il protagonista, un giovane e promettente avvocato nativo americano, viene messo di fronte a delle scelte che mettono in dubbio tutto ciò in cui aveva riposto le sue aspettative, ed è cosi che decide di tornare ai suoi luoghi di origine e cercare nella spiritualità e nelle tradizioni della sua gente, della sua famigia quello che credeva essere sopito da tempo.
Alte montagne, vallate incantevoli, albe e tramonti che lasciano a bocca aperta, ma soprattutto la sintonia con tutto quello che lo circonda fanno si che Shawnee Lee Jackson ritrovi se stesso e l'armonia con il grande spirito.
In questo piccolo romanzo, che amo definire un piccolo capolavoro, una perla rara, Anna Maria ci mette di fronte ad una realtà che non conosciamo, la realtà dei nativi americani.
Può sembrare a prima vista una realtà lontana da noi dal nostro modo di pensare di agire.
Ma come dicevo prima la ricerca della pace, di una spiritualità pulita priva di convenzioni è nel nostro Dna, non possiamo sentirci esclusi da tutto questo, qualsiasi credo professiamo.
Abbiamo dentro un “ Fuoco che danza” e che rischia di bruciare tutto diventando un incendio devastante se non sappiamo dominarlo, se non torniamo a domare i tizzoni che sono dentro di noi.



Giovanni Gentile

lunedì 12 novembre 2012

io, il ninnolo di Dio

io ninnolo di Dio “

A quanti di noi nella vita è capitato di chiedere e non avere una risposta, quante volte abbiamo alzato gli occhi al cielo in segno di supplica, e quante volte invece lo abbiamo fatto per sfidare e maledire – Dio o che so io qualsiasi cosa o entità in cui crediamo. -
Tante e tante volte capita di chiedere a quel “Dio” - perché proprio a me? Perché giochi con la mia vita e come un balocco fai di me quello che vuoi?
Giacobbe lottò con Dio e alla fine ne uscì sconfitto e capì che non avrebbe mai vinto.
Doveva semplicemente lasciarsi andare, lasciarsi guidare.
Quello che Stefania racconta potrebbe essere la storia di ognuno di noi: con Elena, la protagonista del romanzo “ Io ninnolo di Dio “ L'autrice ci mette di fronte ad uno specchio, e lo fa in un modo a dir poco eccezionale. Un viaggio nel tempo, nella vita di Elena – Bambina, adolescente, donna matura, in un andirivieni per niente scontato e pieno di sorprese. E ciliegina sulla torta nei vari momenti del viaggio di Elena c'è sempre un confronto con Dio, un continuo cercare il dialogo da parte di Elena che fin da bambina non fa che chiedere -“ Dio ma è giusto che questo stia capitando a me?”-
Non posso certo raccontarvi il finale, che come dicevo prima non è affatto scontato, anzi il Romanzo a mio parere potrebbe avere decine di finali, dipende da come leggiamo la storia di Elena.
Amici miei come tante volte ho detto ci sono autori sconosciuti che non hanno niente da invidiare ai grandi scrittori. Stefania a parer mio è una di questi.

Giovanni Gentile 


venerdì 12 ottobre 2012

Labirinto


Ho raccolto la rosa dei venti
al centro del labirinto,
tarando la bussola.
Ma l'ago ha girato di nuovo impazzito.

Non è servito il filo di Arianna
per non perdermi ancora,
Il sonoro fruscio delle siepi d'alloro
ha mischiato le carte.

Non esce il jolly dal mazzo
solo un pugno di mosche
e una manciata di polvere

Arranco nel fango cercando l'uscita
guardandomi indietro.
Ma se son quel che sono
lo devo alle scelte
alle volte che sono caduto
e a quando mi sono rialzato.

giovedì 16 agosto 2012

Scatola di cartone


Ho preso una scatola di cartone
l'ho riempita di stracci e di cocci
ci ho messo dentro
tutti i pezzi dell' anima,
sparsi per correre dietro alla vita.
Sogni infranti, speranze disilluse
troppe svolte e crocevia
mi hanno portato altrove,
dove non volevo, dove non credevo,
scelte che, chissà siano state le migliori.
Ho sigillato per bene la scatola
perché non escano più le illusioni e le bugie
e perché il puzzle di questa anima
sia pronto per essere assemblato.

domenica 22 luglio 2012

Tornerò al mare


Tornerò al mare un giorno
Quando tutto sarà finito
sarò di nuovo dove l'io è iniziato.


Non ci sarà più  terra emersa
e il riverbero di accecante luce brucerà anche l'acqua
Saranno solo le vele a cavalcare i venti
e i pesci torneranno a regnare.


L'onda non troverà più il suo frangersi
e piangerà lacrime asciugate dal sole
la mia pelle sarà squame di sale.


E' rimasta solo l'ombra su una pietra
a raccontare di me
e quella pietra ricordera il mio divenire
quello che sarei potuto esser
e che ormai si è dissolto
fluttuando in aria
bianca cenere.

Giovanni Gentile 

martedì 29 maggio 2012

Non fidarti


Non fidarti delle mie parole,
le credi un abbraccio,
ma non ti lasciano scampo
confondendoti nella tela del ragno

Di un ingenuo sorriso
che ti illumina gli occhi
con file di denti pronti ad azzannare
illudendoti che il morso sia
il più dolce dei baci.

Non credermi tranquillo e indifeso,
onesto e virtuoso
che del detto  " porgi l'altra guancia "
ne faccio vanto ed onore

Inganno è il mio nome
della menzogna ne ho fatto un mestiere
ti faccio volare donandoti ali
che infine ti strappo gettandoti al suolo

lunedì 28 maggio 2012

Sarà l'estate


Sarà l'estate

Sarà l'estate
a far migrare le inquietudini
spazzandole via,
come pietra pomice
in balia delle onde.

Nelle stagioni di ferro
e di carbone
in cui palpitano ombre ,
farfalle e costellazioni.

Sarà nel sole
che rimbalza raggi sulla pelle
ch'ogni lampo di tristezza
avrà un guscio,
dove ritrovare pace.

Senza l'ombra
di cupi giorni invernali
dove solo stille luceano.

Sarà nel cielo
e nell'azzurro d'una poesia
feconda preghiera d'amore.

Sentiremo la brezza marina
l'odore di malvarosa,
i baci delle onde alla riva
che la mia anima
eleverà alla pace.

Con gli occhi rigonfi di lacrime
d'un'inimmaginabile gioia.

Sarà nel sole
nel calore di un sorriso
che come vento asciugherà
il nostro viso.

Nelle lucide gocce
di un pianto da dimenticare,
un arcobaleno ci farà brillare.

(Il canto dei poeti-Poesia corale)

Renato Fedi
Patty Rose
Paola Romani
Vittorio Di Gennaro
Giovanni Gentile
Luigia Paglia

venerdì 13 aprile 2012

Premio letterario Memorial Sparagna

Non so chi sono


Non mi conosco più,
riflesso allo specchio
solo l'ombra di me stesso,
di quello che ero
o che avrei voluto essere.
E' un impalpabile niente,
una sfera di fagile vetro
che ruota riflettendo la luce
tra le mani di un giocoliere,
una bolla di sapone
che muore in un soffio leggero.
Non mi vedo più
non so più chi sono
e non voglio sapere
dove, quando, come
gli occhi si chiuderanno
e ricomincerò a sognare.

lunedì 26 marzo 2012


Miriam

Avevo un sogno,
era semplice non aveva pretese
volevo vivere
volevo amare
volevo semplicemente
continuare a sognare.
A volte però
i sogni diventano incubi
e non c'è altra strada
se non uscire di scena.

Mi mancherai carissima amica, dolcissimo angelo