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sabato 31 ottobre 2009

ALLA FERMATA DELL'AUTO


Alla fermata dell'auto accovacciato per terra c'è un ombra invisibile che forse era uomo. Sofferenza negli occhi, timore nei gesti coperto di niente di niente è padrone la gente che passa nemmeno lo nota. Un euro per mangiare lui chiede tremante sicuro soltanto di chi è indifferente. Da lontano e venuto quell'ombra di uomo non capisce non parla, ha solo paura. Qualcuno lo schiva qualcuno lo pesta nessuno però si ferma a guardare. Fa freddo ed è buio tutti corrono via fuggendo il rifiuto che il mondo ha creato. Da lontano è venuto con grandi barconi con chi come lui confidava in un sogno. Ma infranto distrutto dall'insofferenza dell'uomo moderno che si dice civile. Odiato rifiuto immonda sporcizia additato a colpevole delle nostre paure. A caprio espiatorio lo abbiamo elevato scaricandogli addosso tutto il disprezzo. Di noi stolti uomini che abbiamo la colpa di non sapere amare nemmeno chi ama. Giovanni Gentile

domenica 25 ottobre 2009

14 Novembre 2005

Fermo al semaforo aspetto il verde guardo l'ora e non è tardi ho tempo per me prima di rientrare in quel negozio farò in tempo ad andare Dopo il lavoro meritato riposo ancora un poco e a casa sarò Tranquilla serata e freddo non c'è autunno inoltrato e par primavera Il casco allacciato lo zaino fissato il verde è scattato e via si riparte Pochi chilometri ancora dieci minuti ancora e con i miei figli fra poco sarò Ma improvviso il buio, niente davanti a me niente più luci ne strada ne suoni in un istante tutto è finito non vedo i miei figli e la mia donna non c'è Un solo suono penetra il buio una sensazione lacera l'anima sirene spiegate, fiato spezzato torace squartato su di me si è abbattuto un dolore spietato c'è un alito di vita dentro il mio corpo flebile speranza attaccata ad un filo Son steso per terra e abbraccio l'asfalto mi vedo son io ma non c'è il mio spirito. Alito di vita, flebile speranza qualcuno mi dice coraggio sei vivo. Giovanni Gentile

giovedì 22 ottobre 2009

FESTA DI PAESE

Battito d'ali soffio di vento, sole che corre verso il tramonto. Onde spumose lambisco i lidi, spiagge affollate di gente festante. E' festa in paese le campane si odono richiamo dei popoli dai tempi lontani. La piazza è gremita la spiaggia si svuota, bisogna affrettarsi c'è il Santo che passa. Correte ragazzi vecchi e bambini correte alla festa del santo patrono. Chi canta chi grida, chi balla e chi corre chi al coro si aggiunge dei paggi in costume. Ritrova il paese il suo antico splendore di gesta passate di glorie vissute. Lontano è il tramonto, la notte è vicina in alto nel cielo giocare di luci. Che bello sognare guardando la luna che fa capolino da dietro una chiesa. Rimbombano i suoni dei fuochi nel cielo colori cangianti tra volute di fumo Sorniona è la luna come un gatto assonnato che guarda la gente e il santo passato.

sabato 17 ottobre 2009

A REGAZZì


A REGAZZI' MA CHE STAI A FA' . NUN VEDI CHE GIOCHI COR FOCO. NUN PENSI A TU MADRE PORA DONNA, NUN PENSI A TU PADRE CHE PE TE STA A BUTTA ER SANGUE, CHE SAMMAZZA PORO CRISTO TUTTO ER GIORNO A TRIBOLA' PE MPEZZO DE PANE. E TU? E TU STAI A GIOCA' CO LA VITA CHE COR CORE T'HANNO DATO. IELO STAI A SPEZZA' STO CORE LI STAI AMMAZZA' CO LE MANI TUE. MA BUTTA STA SIRINGA E CORI, CORI A CHIEDE PERDONO, PE L'ANNI C'HAI BUTTATO PE LA VITA C'HAI BUTTATO APPRESSO ALLE STRONZATE. A REGAZZI' NUN GIOCA' COR FOCO....CHE PRIMA O POI TE BRUCI.
GIOVANNI GENTILE PREMIO LAURENTUM 2008 IV CLASSIFICATO.

TU E I MIEI FIGLI

Ti vedo giocare con i miei figli, discendenza da te generata, generazione che hai appena sfiorato. Ti vedo giocare con loro, giocano con te e da te imparano. Imparano la vita imparano l'amore. quell'amore che a me nascondevi ma che nei tuoi occhi riuscivo a vedere. Come sei lontano adesso eppure tanto vicino, e quanto stupido ero a non comprendere che per me c'eri sempre. Non ho mai compreso che per me soffrivi piu' di quanto il tuo cuore potesse sopportare, il tuo cuore cosi pieno d'amore eppure cosi fragile, tanto fragile che ti ha portato via. Giochi con i miei figli papa' ma è solo un sogno il sogno di un bambino oramai uomo che aspetta che ritorni.
GIOVANNI GENTILE PREMIO LAURENTUM 2008 IV CLASSIFICATO

TUTTO è POESIA


Tutto è poesia, dolce melodia: guardare i tetti da un antico balcone,il tempo minaccia con sordo rombare, si volge al tramonto di un inizio d'autunno. Son partite le rondini i gabbiani si librano un piccione sul tetto sta cercando riparo. L'odor della pioggia riempie ormai l'aria profumo si intenso da riempir le narici. Uno scorcio di mare tra vicoli ombrati l'orizzonte lontano fa perdere il fiato. Tutto quanto è poesia, tutto è armonia le campane che suonano l'Ave Maria e il vagito di un bimbo venuto alla luce.
Giovanni Gentile.

NOTTE INCANTATA


Notte di streghe maghi e folletti, di spettri nascosti nei vecchi bauli. Tremanti e impauriti son tutti i bambini, ma è un gioco una festa per chi va e chi resta, in questa notte che minaccia tempesta. Il suono nell'aria si mescola al vento, lontano portato come gelido brivido. La musica impazza di tenebrose fanfare va giro cercando le anime avare. Maghi streghe, spettri e folletti tutti danzano al suono di una nenia d'orrore. Ma è soltanto un gioco, una festa danzante per gli stolti mortali che non credono a niente.

OTTUSI

Hai mai provato a parlare alla gente? Gente che sente ma non ascolta. Quante parole volano al vento sprecate confuse nemmeno pensate. Credi che puoi arrivare a capire, speri di riuscire a farti capire. Ma come uno sbuffo caldo di fumo si perde il pensiero nella gelida aria. Continui a parlare ad esprimer pensieri ma come un ombra son le tue parole. Non c'è niente da fare e non sai come fare ti sembra che il mondo sei costretto a scalare. Ti arrampichi senza trovare un appiglio ti manca la guida ad indicare la strada. Non riesci proprio a comunicare non c'è sordo peggiore di chi non vuole ascoltare.
Giovanni Gentile 30 settembre 2009

INDIETRO

Guardo un video sul computer, vecchie immagini sbiadite. canti balli mille colori torno indietro nel passato. Sono cose che ho vissuto, sensazioni che ho provato. Ora il cuore si fa grande d'emozioni gia provate. Torno ad essere ragazzo innamorato dell'amore. Di un amore cosi immenso da mostrarmi come sono. quante cose che ho lasciato quante strade ho sbagliato, per trovarmi dove ora sto pensando al mio passato. non rimpiango quel ch'è stato quel che ho fatto l'ho voluto sono andato per il mondo a cercare la mia via. Ma che bello ricordare e che bello sospirare , c'è una lacrima che scende che accarezza il mio viso. é l'amore che ho provato per quel giovane che ero.
Giovanni Gentile 13 Ottobre 2009

IO BAMBINO

Io bambino spaurito ma tanto curioso che alla conoscienza con avidità mi affacciavo. Tu di parvenza tanto dura ma che in realtà regalavi dolcezza. Nell ' infanzia mi hai condotto per mano mi hai portato al sapere. Mi hai insegnato " cavallina storna " e con me hai cantato il " va pensiero . Tu donna cosi grande che ai miei occhi di bimbo sembravi un gigante per me trovavi sempre una parola. Io uomo oramai ti ricordo con l'affetto di un bambino, timoroso ed impaurito ma sicuro accanto a te. Non ci sei ad insegnarmi come leggere o scrivere a dettarmi le poesie che hanno condotto la mia vita. Non ci sei sei andata via seminando simpatia. Giovanni Gentile 12 ottobre 2009

venerdì 16 ottobre 2009

Non ho saputo mai.

Non ho saputo mai quanto io ti amassi fino a quel momento che ti sei ammalato. Non ho saputo mai quanto io ti amassi e davo a te la colpa delle mie insicurezze. Tentavo di fuggire, di andarmene lontano quel tuo dolore grande io non lo sopportavo. Non ho saputo mai quanto io ti amassi e tu con un sorriso riuscivi a consolarmi, come quella volta che sei venuto a me e tutto il tuo amore ho letto nei tuoi occhi. Quel giorno che ho capito quanto io ti amassi te lo volevo dire…ma gia te n’ eri andato.
.14 Marzo 2003